venerdì 30 maggio 2008

SpaghettiCamp: rosso come sugo, vino, rosa

Dopo aver evitato Bar Camp, GGD e ogni evento di quelli che sanno un po' di "non puoi ASSOLUTAMENTE non esserci", mi sono lasciata convincere da PippaW in un sui generis SpaghettiCamp. Per fortuna l'evento era totalmente cialtrone e si è rivelato tale dall'inizio alla fine. Si apre con uno degli organizzatori che prenota per 15 persone e ne invita 20, così, il giorno prima della cena scopriamo che è necessario trovare un metodo per eliminare 5 persone. Sinceramente ignoro quale sia stata la soluzione finale, se la roulette russa, la minaccia ad personam o il tiro a sorte. Ma alla fine sembrerebbe che ci siamo riusciti...fin troppo, siamo rimasti in 14.
Il contenuto dell'evento, come promesso, non è stato il susseguirsi di slide, ma la realizzazione in loco di creative macchie di sugo e, con un tempismo perfetto, è arrivato Marco, che ci ha dotato di un utilissimo gadget: il grembiule da cucina...quale migliore supporto per le nostre purpuree opere d'arte! Gli argomenti sono stati tanti, dagli uccelli alle ricostruzioni di misteriose notti brave, dai cartoni animati alla bradipicità di certuni nel rispondere in chat, il tutto condito da allegre risate, per la gioia di tutte le coppiette che erano intorno a noi, illuse di poter trascorrere una cenetta romantica.
Per quanto mi riguarda, mi spiace solo che, dopo due levatacce consecutive alle 5 del mattino, non ero in forma e non ho socializzato tantissimo, soprattutto con i “tossici” che facevano da spola spaghetto-sigaretta-spaghetto-macchia-sigaretta-vino in ordine sparso e non ho neanche proseguito con il dopocena, appena dopo la guerra delle rose. A questo punto non mi rimane che guardare le foto di the_Dandy e aspettare il prossimo SpaghettiCamp.

martedì 27 maggio 2008

Wink, poke, yes or not

Ecco la sintesi del socialnetworking lanciato da Facebook. Geniale! Non aggiungo altro.



Anzi, visto che ci sono, aggiungo un appello a tutti gli uomini (e immagino anche le donne) che su Zoosk pensano di flirtare mandando un WINK WINK di default.
Caro Emanuele, Simone, Giorgio o come cavolo ti chiami, come pensi che io possa interessarmi a te che ti limiti a pigiare sul tastino "wink" inviandomi il tuo profondo e originale messaggio di WINK WINK? L'unica cosa che mi viene in mente è che tu abbia inviato a caso, o che abbia creato un programmino che in automatico lanci wink sul mucchio..."'ndo coglio coglio". Fatica sprecata, foto o non foto, senza sostanza sei completamente inesistente.

domenica 25 maggio 2008

I vecchietti supervisori

Avete mai notato i vecchietti supervisori dei cantieri in città? Non possono passare inosservati, dietro ad ogni cantiere ce n'è almeno uno. Sono quei signori che riescono sempre a trovare una piccola fenditura nella recinzione costruita intorno ai cantieri. Punto di osservazione strategico per seguire, giorno dopo giorno, lo stato dei lavori con molta attenzione. All'inizio pensavo fossero ingegneri o muratori o geometri o imprenditori edili in pensione con la nostalgia della propria professione. Invece no o, almeno, non necessariamente. Si sistemano, magari con le mani giunte dietro la schiena e osservano per ore.
Un po' come gli uomini (di tutte le età) che davanti ad una partita di calcio in tv si trasformano instantamente in esperti allenatori, coach o CT, gridando insulti, consigli e strategie ai calciatori, come se potessero essere ascoltati aldilà del tubo catodico. Si alzano in piedi come dalla panchina del campo di gioco, litigano con gli arbitri, suggeriscono cambi o sostituzioni, stringono i braccioli delle poltrone, ops panchine, e se solo osate passare davanti allo schermo vi va bene che non vi espellino a vita dal "campo", quello nel quale credono di trovarsi.
Alla fine dello show un vantaggio c'è: spesso rimangono afoni per un po'.
Almeno i vecchietti supervisori osservano in modo critico, ma non intervengono. Proporrei, anche solo per questo motivo, a tutti coloro che lavorano nei cantieri, di individuare un interlocutore che aggiorni quotidianamente i nostri canuti supervisori. Sarebbe sicuramente più interessante e istruttivo dei programmi offerti dalla nostra TV.

giovedì 22 maggio 2008

Vanità e grazia

"L'affettazione appare quando l'anima (vis motrix) si trovi in qualche altro punto che nel centro di gravità del movimento" (da Il teatro delle marionette di von Kleist). E' riferito alla danza ed in particolare a quanto le marionette siano più pure e leggiadre dei danzatori, ma ritengo che sia un concetto che possa essere esteso a qualsiasi arte.
L'affettazione è ricercatezza, artificio nel parlare, nello scrivere, nel vestire, nell'andatura ecc.; finzione e ostentazione di certe qualità e doti che uno NON possiede.
Per me è questa la chiave alla base dell'enorme differenza qualitativa che intercorre tra un'opera e l'altra, o presunta tale. E' qui l'abisso tra un Michel Petrucciani e un Ludovico Einaudi, tra un Italo Calvino e un Alessandro Baricco, tra una regia di Peter Brook e una di Luca Ronconi. E, a proposito di teatro, è questo il motivo per cui la maggior parte delle volte che vai a vedere uno spettacolo non credi ai personaggi, ma vedi gli attori, le scenografie, i costumi...brandelli di un lavoro destinato esclusivamente a compiacere e compiacersi. E' questo il motivo per cui opere meravigliose come quelle di Shakespeare o Cechov annoiano.
Lì dove c'è vanità, non potrà mai esserci grazia.
"Dunque dovremmo gustare di nuovo dell'albero della conoscenza per ricadere nello stato d'innocenza?"

martedì 20 maggio 2008

L'Unità sarda

Dal sardo Antonio Gramsci al sardo Renato Soru :)
Renato Soru ha comprato L'Unità, riuscendo così a sottrarre al Grande Fratello una voce diversa, fuori dal coro, stimolante e ricca di spunti. «L’operazione - si legge nella nota della Marcucci (presidente della Nie, società attualmente editrice del quotidiano) - costituisce la prosecuzione della tradizione del giornale quale quotidiano politico dei partiti che, nel tempo, si sono riconosciuti nei valori di solidarietà sociale e d’impegno che ne hanno caratterizzato la sua storia e il suo presente».
Tutelandone la libertà di espressione, abbiamo salvaguardato un pezzetto di democrazia importante, soprattutto se pensiamo che una delle alternative sarebbe stata la famiglia Angelucci (proprietaria di Libero e il Riformista). Che dire...l'abbiamo scampata bella.
Grazie Renato!

lunedì 19 maggio 2008

Figure barbine

Apro i giornali online e i primi due titoli sono: "Allarme rifiuti, nuovo monito Ue" Agire subito, o rischi per la salute", sull'emergenza rifiuti a Napoli e "Martedì dibattito al Parlamento europeo sulla politica italiana verso i rom".
Con tutti questi moniti al livello europeo, non so se
- gioirne e ringraziare il giorno in cui siamo entrati a far parte dell'Unione europea, che un minimo argina i nostri errori, richiamandoci all'ordine
- o soffrirne per le figure barbine che abbiamo iniziato a collezionare a dieci giorni dal giuramento del governo.

venerdì 16 maggio 2008

Chiare montate a neve ferma

Mi ritrovo una serata tranquilla e un’inconsueta voglia di cucinare (che credevo di aver perso per sempre). Apro il frigorifero e, all’improvviso, le nostre due solitudini si incontrano e si riconoscono come due vecchie compagne. Birre per gli ospiti (non mancano mai), un pezzo di parmigiano, tre carote, una zucchina, qualche uovo, il burro e il bicarbonato per eliminare gli odori dei cibi che decidono di muoversi da soli quando non lo faccio io. :-/

Recupero gli scampoli dai ripiani e parto con la mia collaudata quiche di verdure, detta anche torta spazza frigo. Mentre sbatto le uova con il parmigiano e il pepe, mi accorgo di tre mele abbandonate sul tavolo. Approfittando di questo slancio culinario e della mia innata voglia di dolce, decido di cimentarmi anche in una torta di mele, ignorando il dettaglio delle “chiare montate a neve ferma”. Improvvisamente è affiorato il monito di mia nonna: “Dietro quell’aggettivo, “ferma”, c’è la chiave della riuscita del dolce. Capirai che hai finito di montar le chiare solo nel momento in cui la tua forchetta rimarrà in piedi da sola. Non prima. Le ricette non sono mai in saldi”. E così, ogni tanto mi controllava e commentava “Eh, ancòra, ancòra, ce ne vùole ancòra”, come se fosse una sorta di iniziazione, un po’ zen, al mondo degli adulti. Intanto io, dopo aver perso l’uso del braccio sinistro passavo a quello destro senza sapere minimamente cosa stesse per accadere. Mai avrei immaginato che quel liquido potesse trasformarsi in una montagna innevata, bianca, leggera e compatta. Una vera e propria magia, come accade spesso in cucina.
Intanto sono passate le ore, ho lavato una montagna di pentole, ho mangiato per due giorni quiche di verdure e torta di mele con la mano destra, ma ne è decisamente valsa la pena.

giovedì 15 maggio 2008

User unknown

Oggi mi è arrivato un messaggio via twitter: "Ciao, vedo che mi segui. Ci conosciamo?"
E' divertente perché con questa persona ci hanno presentato più volte, abbiamo amici in comune, ci incrociamo alle feste e/o ai concerti, alle conferenze sui new media, alle cene jeek.
E va bene che di ritorno dall'Africa sono andata in letargo per diversi mesi, e va bene che di solito non do volutamente nell'occhio, e va bene che mi danno tutti dell'acqua cheta e alcuni conoscono solo il mio lato cheto, e va bene che il mio nome non coincide con il mio aka, ma inizio a sospettare che la mia identità digitale abbia un peso maggiore su quella reale. Non che la cosa mi dispiaccia. Anche perché, checché ne dicano alcuni amici, ho sempre preferito ricevere complimenti sulla mia simpatia più che sulle tette e queste non sono visibili su web. :P

venerdì 9 maggio 2008

Giovani leve

Mi ero ripromessa di non cascarci, ma è più forte di me. Dopo aver visto la composizione del nuovo governo e curiosato tra le schedine con i curricula dei nostri ministri, mi è saltato all'occhio un nome: Mara Carfagna al Ministero delle Pari Opportunità. In fondo gli altri nomi sono più o meno tutti noti, visti, sentiti, ma il suo proprio mi sfuggiva. Poi ne ho capito il motivo: non avendo a casa la televisione, non ho mai avuto occasione di apprezzare la sua bravura, pare infatti che abbia un passato di starlette nei programmi della domenica in TV.
Nel frattempo mi sono ricordata che anche nel recente governo spagnolo di Zapatero c'è una giovane ministra de Igualdad, delle Pari Opportunità. Così è nato spontaneo il confronto tra le due ministre aldila' del loro orientamento politico.
Ecco un estratto dei cv pubblicati nei loro rispettivi blog:

Mara Carfagna
18 dicembre 1975
Laurea in Giurisprudenza, Università di Fisciano

Studia danza e pianoforte, pratica nuoto

Concorre a Miss Italia 1997, partecipa ad alcuni programmi televisivi come Domenica in, Piazza Grande e la Domenica del Villaggio
Bibiana Aído Almagro
02 febbraio 1977
Laurea in Amministrazione e direzione di impresa, Università di Càdiz
Master in Business Administration, New Castle UK

Dottorato in Economia e Direzione di impresa, Università di Càdiz



















Così, mentre la signora Aìdo nel 1997-98 si occupava
di "Creazione e Fattibilità di Impresa. Il Lavoro Autonomo" e di "Politica Sociale e Occupazionale nell'Europa Comunitaria all'Università di Cádiz. La nostra signora Carfagna partecipava al concorso di Miss Italia e alle selezioni (?) per alcune trasmissioni TV.
Ora capisco come mai il nostro Primo Ministro abbia scelto delle donne nel suo governo dopo aver dichiarato quello spagnolo difficile da gestire in quanto troppo rosa...
Quello che non capisco è: se per Berlusconi in RAI lavora "solo chi si prostituisce ed è di sinistra", la signora Carfagna a quale categoria appartiene? :-(

giovedì 8 maggio 2008

Menabrea e community

Non ti rendi mai conto delle mille cose che fai fino a quando non ti capita di incontrarne tutti gli esponenti in un posto solo.
Vai in un locale a bere una birra con i vecchi amici della compagnia di teatro. Sei li' rilassato a goderti una fantastica pinta di menabrea fresca che scende giu' che e' un piacere e ti aiuta ad affrontare il cous cous totalmente scotto che ti propinano e che tu arraffi con piacere perché è mezz'ora che sgranocchi patatine ignorandone volutamente gli effetti collaterali. E ZAC! ha inizio la processione di altri amici, che sono li' per caso e che appartengono ai tuoi altri mondi.

Cosi' mentre cerchi di incastrare rassegne e festival di teatro che adesso arriva il periodo e c'è da sbizzarrirsi in giro per l'Italia e ti aggiorni sugli ultimi gossip dell'entourage teatrale, ZAC! ti arriva Pippa Wilson in tiro-da-mega-azienda, in libera uscita serale per la graziosa concessione di Valda (il suo cane). Abbracci in stile carramba che sorpresa e aggiornamenti sul suo stato di salute, mentale e fisico, dopo l'acquisto della Wii. Intanto i miei amici (quelli del teatro) ci osservano con occhi sgranati alla ricerca di un interprete che traduca: Fit Wii, blog, post, feed.

Torni ai gossip di teatro, intanto la pinta è finita e ne ordini un'altra, il cous cous ha deciso di pernottare nel tuo stomaco. ZAC! ti arriva Allungado, uno dei capoeristi avanzati, dal quale prendevi tante botte, ma con classe. E vai con gli ultimi aggiornamenti sulla Roda da Vida alla Cascina Monlué dove, nelle edizioni passate, hai passato tante ore bivaccando con pinte di birra in mano e infradito ai piedi mentre gli altri, più seri di te, facevano capoeira.

Intanto il cous cous ha preso possesso del tuo stomaco e ha deciso di improvvisare quattro salti di samba. E ZAC! ti arriva Lorenza conosciuta nell'organizzazione del Festival del cinema africano...insomma dopo che ti sei ripromessa di non bere troppo e di andare a letto presto che il giorno dopo hai il turno delle 6, ti ritrovi a fare i bagordi mezza stordita dal mix di malto, cous cous e patatine ormai in festa. Presa da un lampo di lucidità sul tuo reale stato al mattino dopo 4 ore di sonno, decidi di tornare a casa. Dai un'ultima occhiata alla mail e ZAC! alert "Sei stata taggata da Jenny" e cosi' ti ritrovi taggata in una serie di foto della tua vecchia vita lavorativa. Quante emozioni...ho bisogno di un letto e di un alka seltzer.

PS Ho individuato un leitmotiv tra le varie community: la birra menabrea :-/

venerdì 2 maggio 2008

1° Maggio - Myday Parade

La mia microscopica testimonianza sul 1° maggio e sulla Myday Parade di Milano (organizzato da Cub, confederazione unitaria di base e Chain Workers), questa volta è fatta di qualche immagine, non di parole. Il tema sul precariato ne richiederebbe troppe.
Mi basta solo dire che la maggior parte delle persone ritratte, che conosco, sono precarie (ricercatori universitari, educatori, giornalisti ecc), tutti Devoti di San Precario.
Eppure la nostra Costituzione recita all'Art. 1: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Lo so che suona retorico, ma magari i nostri datori di lavoro l'avevano dimenticato, forse la prima paginetta della loro copia si era consumata per il troppo uso. :-/

DOMS altro che acido lattico!

Dopo un anno di totale inattività nel quale non ho fatto neanche una rampa di scale (in Congo non ce n’erano) ho deciso di riprendere la Capoeira.
Contando sul mio fisico allenato… ahahaha (risata isterica) mi sono applicata per due ore ininterrotte in Aú, Cabeçade, Meia-lua, Bananere varie e Roda finale. Così a distanza di 24 ore non riesco a mettere neanche un piede davanti all’altro o a tirar su un braccio per pigiare il pulsante in ascensore. Alla ricerca disperata su web di un rimedio della nonna, scopro che il mio non è banale acido lattico (che si manifesta solo dopo pochi minuti dallo sforzo), ma nientepopodimeno che DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness) indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardata e - bastarda aggiungo io - che si palesa tra le 12 e le 24 ore circa dallo sforzo fisico intenso.
Il mio collega qui di fronte, calciatore professionista, mi guarda e ride ogni volta che tento di tirarmi su dalla sedia. Mi dice che devo rimanere immobile.
Ehm…lui non sa che sono venuta al lavoro, attraversando la città in bicicletta, pensando di sciogliere i muscoli :-/

Silenzi e musica

La banda di Eran Kolirin (sinossi del film)

Una banda di otto uomini della Polizia di Alessandria viene invitata da una città di Israele per suonare un repertorio di classici della musica araba. Per una serie di circostanze si ritrovano in un paesino in una zona desolata, ospiti di alcuni abitanti locali che offrono loro vitto e alloggio per aiutarli. Un film sulla condition humaine, fatto di silenzi intensi, colmi di un naturale imbarazzo dato dalle differenze culturali, dalla lingua e dalle esperienze personali di ciascuno.
Silenzi, nei quali ciascuno di noi potrebbe riconoscere le proprie debolezze, dubbi, aspettative o solitudini.
I silenzi di una donna che ha cercato per tutta la sua vita l’amore romantico dei film arabi con Omar Sharif, che guardava con sua madre ogni venerdì.
I silenzi del clarinettista che non riesce a finire la composizione di una overture perché, dice, sono nati i figli.
I silenzi del direttore d’orchestra che non è riuscito a comprendere e a comunicare con il proprio figlio e ha dedicato tutta la sua vita alla musica cercando di colmare i suoi fallimenti familiari.
A parlare sono i volti espressivi dei personaggi e il linguaggio universale della musica, che unisce tutti superando ogni imbarazzo.
Bellissimo il momento in cui il dongiovanni alessandrino cerca di descrivere al nuovo amico israeliano, giovane e inesperto, cos’è l’amore. Glielo spiega in arabo ed è talmente sensuale e romantico, che non necessita di essere tradotto, basta lasciarsi trasportare dai suoni per provare le emozioni e le sensazioni che vuole esprimere.
Da questo incontro ciascuno porta con sé un piccolo tesoro dato dal confronto con l’altro. Un tassello importante da aggiungere al puzzle della vita, così complesso e alla fine così semplice, quando si riesce a ricomporlo.