giovedì 31 luglio 2008

Radiatelo!

Come può un giornalista scrivere un articolo così osceno e irrispettoso!
Come può un professionista dell'informazione scrivere titoli di questo tipo: "Un giovane squilibrato ha posto fine alla sua vita a Chinatown, vicini sotto choc. Nessuno dei condomini del palazzo è rimasto ferito".
Nessuno a scuola gli ha insegnato che uno dei principi del giornalismo è l'imparzialità, che non bisogna mai mettere il proprio personale giudizio negli articoli? Ma forse a scuola non c'è mai stato. Non solo, ma mi chiedo dove abbia lasciato la sensibilità, il cuore o quantomeno il buon gusto.
Sì perché prima di giudicare un gesto che è SEMPRE estremo e tragico, forse avrebbe dovuto informarsi sulla storia vera di questo giovane. Minimo sindacale di qualsiasi giornalista: la ricerca delle informazioni. Forse questo ragazzo "squilibrato" si è lasciato alle spalle una storia tragica. Ma a lui cosa importa? Ha scritto la sua merda di articolo dove non dà nessuna informazione oggettiva se non che "L’inquilina dell’appartamento, una signora anziana, ha passato la notte ospite del fratello".
Ma stiamo scherzando? Ditemi che è uno scherzo, che è uno capitato lì per caso per sostituire un giornalista vero in ferie.
Mario Consani prima di andare a scuola di giornalismo, sei pregato di imparare il buon gusto e la decenza. Il cuore purtroppo non si può sostituire.

martedì 29 luglio 2008

Esther

Ieri sono stata in ospedale per far controllare lo stato della mia testa, almeno quello esterno. Ne ho approfittato per andare dai bimbi. Emmanuel e Esther sono ancora ricoverati, gli altri sono stati dimessi.
Questa volta sono riuscita a ritrarre la mia piccola Esther la Reine, la Regina.
Con una parola o un cenno del capo (simile al movimento del mento dei siciliani per il NO) fa rigare dritto chiunque, dai medici agli infermieri, a noi volontari. Fa, dispone, briga. Se il piccolo urla, piange o parla un po' troppo, basta una sua parola in lingala (che ancora non sono riuscita ad intercettare) ed Emmanuel si ammutolisce come se qualcuno avesse pigiato su audio off.
E' la più forte del gruppo, ha le sue richieste mirate per ciascuno di noi, c'è chi deve spalmarle la crema, chi deve massaggiarla, chi deve aiutarla con l'ossigeno, chi con i capelli, chi deve chiedere bis e ter di cibo alle infermiere. Sì perché la piccola e scheletrica Esther mangia come due uomini adulti insieme. E' capace di spazzolare due primi, due piatti di puré, due secondi, il prosciutto con il panino e alla fine nasconde i biscotti o il pane extra nel suo cassetto dei segreti. Ha i suoi ritmi, non ama che le vengano alterati. Supervisiona tutto mentre tu giochi con gli altri e quando vai da lei per riempirla di coccole, all'inizio fa qualche smorfia da adulta indipendente, poi si lascia andare e le accetta tutte godendosele ad occhi chiusi.

domenica 27 luglio 2008

Ammiratori segreti

Metti che vai al saggio di canto jazz di una tua amica.
Sei insieme ad altre 3 fanciulle e scopri che ti devi cuccare i saggi di tutti prima di ascoltare la performance che ti interessa. Vabbé in fondo la musica classica ti piace molto, puoi reggere.
Ti immedesimi con ogni singolo partecipante principiante, probabilmente alla sua prima esibizione in pubblico. E che esibizione, da brivido...di terrore :-/
Tu però non sai e, certo non puoi immaginare, che nel frattempo c'è qualcuno che ti osserva e ti scruta in ogni tuo singolo movimento.
In quel momento non sai che quel qualcuno passerà presto all'attacco in un modo alquanto sui generis.
Così, dopo esserti emozionata al canto della tua amica, al punto da non esser riuscita a fare neanche una foto decente, vai via a festeggiare del tutto ignara.
Nel mentre il nostro qualcuno si è attivato, chiedendo all'insegnante di canto jazz l'indirizzo e-mail della tua amica. E parte con il primo contatto:

buongiorno [nome tua amica],
sono [nome e cognome], mi ha dato il suo indirizzo l'insegnante di canto [nome cognome].
mercoledì scorso ero al saggio degli allievi [...], ero seduto vicino a lei. alla fine del concerto avrei voluto scambiare due parole con una ragazza che penso fosse con lei, ma poi, alla fine non è stato possibile.

mi piacerebbe poter incontrare questa persona e mi chiedevo se lei potesse aiutarmi.
la ringrazio per la collaborazione.
[iniziali nome cognome]


Già il Lei è inquietante. Due sono le spiegazioni o ci ha preso per delle vecchie bacucche o lui è di un'altra generazione e si rivolge a chiunque in cotal maniera.
Non voglio poi entrare nel merito di come non sia stato possibile parlarti dopo aver guardato tutto il tempo...
La tua amica, incuriosita, decide di stimolare l'avventore chiedendogli, rigorosamente nello stesso stile, a quale delle sue 4 amiche facesse riferimento. Lui non si scompone e continua serio.

buongiorno [nome tua amica],
vorrei fin da subito, da un lato ringraziarla per la disponibilità, dall'altro scusarmi per aver chiesto alla sua
insegnante un suo recapito, ma capisce, non avevo molte altre alternative; spero comunque di non sembrarle troppo insistente... rispetto alla sua descrizione vorrei dirle che la ragazza di cui le ho parlato non ha i capelli ricci; quella ragazza che lei dice essere molto alta, se ricordo bene ha i capelli castano chiaro, ma quasi di colore rosso, e non è lei che intendo.
provo a descriverle la persona che vorrei conoscere: ha i capelli lisci, castani, lunghi sopra le spalle, aveva un vestito di colore chiaro grigio e rosa, degli orecchini con delle perle, degli stivali marroni ed un impermeabile beige; durante la sua esibizione ricordo che si era portata nelle prime file per farle alcune foto...
spero possa aver capito di chi parlo, altrimenti mi chieda di specificare meglio.
comunque, sebbene io non abbia intenzioni particolari nei confronti di questa persona (desidererei solo poterla conoscere, perchè ne sono rimasto colpito)
mi dica pure se dovesse essere già legata sentimentalmente e se secondo lei sarebbe meglio per me non procedere.
grazie davvero per l'aiuto.
[iniziali nome cognome]


Direi che si commenta da sola. Naturalmente la risposta sarà che mi sono sposata e sono in luna di miele o che sto diventando suora. E tra le due è più verosimile la seconda, dal momento che il mio voto di castità sta raggiungendo il record assoluto.
A questo punto, alla categoria dei ragazzi del bar, è necessario aggiungere anche quella degli psicopatici, per i quali ahimé rappresento un ambito bersaglio.
Non mi resta che tornare nella mia cella e meditare.

venerdì 25 luglio 2008

Tati Potter (un po' pulp)

A furia di non dire di no (vd post precedente), ha deciso di farlo il mio corpo di sua iniziativa e in modo abbastanza plateale dissociandosi in toto dalla mia forza di volontà. Dopo ritmi assurdi di turni in radio all'alba e notti in ospedale con i bimbi congolesi, ieri mattina alle 6 ho perso conoscenza per un po' e mi sono ritrovata su una barella con i faccioni degli infermieri che mi chiamavano per nome, mi osservavano e commentavano "eh però" riferendosi allo stato della mia testa. Mentre cercavo di capire cosa fosse successo, passavo dai loro faccioni ai soffitti che scorrevano sullo sfondo, lampade al neon, soffitto metallico dell'ascensore, archi, tetto dell'ambulanza, di nuovo neon e altri faccioni che mi guardavano e mi dicevano "ah però, codice 33".
Ebbene, quando sono svenuta, pare che la mia testolina abbia interpretato (in modo eccellente aggungerei) la parte della pallina del flipper andando a sbattere un po' qua e un po' là prima di finire nel buco. I punti accumulati sono quelli che il chirurgo mi ha messo successivamente.

Dopo aver scelto ago e filo da utilizzare per cucirmi, lo scambio con il medico è stato surreale, ma è stato lui a provocarmi dicendo "Signorina stia ferma che altrimenti le faccio un brutto lavoro e poi non trova marito" ed io "Sì, a questo proposito, mi dica come me li sta facendo: punto croce, punto pieno, o punto erba? No perché preferirei il punto erba, è più chic". Al che, scherzando, ha minacciato di lasciarmi lì con quella stronza dell'infermiera, di quelle che sono lì per sbaglio. Non ho più fiatato, ho chiuso gli occhi e ho immaginato che ci fosse Derek a suturarmi il capo. Del resto ero autorizzata a delirare.

Alla fine me la sono cavata con un piccolo trauma cranico, alcuni bozzi alla Elephant Man e una miriade di punti interni ed esterni sulla fronte (mi sa che sono pieni).
L'effetto finale è una Harry Potter un po' ammaccata e senza occhiali.

Ora, con il fulmine in testa, aspetto solo i poteri magici.

Ndaò

Ndaò Wonda. Otto anni. Parla solo il lingala, capisce qualcosa di francese, adesso anche dell'italiano. A differenza degli altri bimbi, fa parte di una tribù a se stante, quindi all'inizio veniva un po' isolato dagli altri. Riservato, non chiedeva mai, non accettava nulla per discrezione anche se lo desiderava tantissimo. Allo stesso tempo ti scrutava con quegli occhioni splendidi. Si emozionava quando gli davi i baci o lo abbracciavi.
E' uno tosto. Spiritoso, dolcissimo. Ha un suo mondo, quando i primi giorni non poteva muoversi, dopo l'operazione, non dormiva, ma seguiva attentamente i suoi pensieri, in silenzio.
Adesso che ha capito che per noi non ci sono differenze tra lui e gli altri, è spontaneo, è finalmente se stesso.
E' un trascinatore di folle, da quando gli hanno tolto il drenaggio, è sempre allegro, conivolge medici e infermieri che ballano con lui sulle note di musicisti africani. Non ama le fotografie, ma adora tutte le nuove tecnologie. Un piccolo jeek in erba.
Quando vai via ti dice "Lòbì". Domani. Ci sei anche domani, vero? Come dirgli di no.

mercoledì 23 luglio 2008

Emmanuel

Emmanuel, è uno dei sei bimbi congolesi arrivati qui a Milano per subire un intervento al cuore.
E' il più piccolo. Ha 3 anni. Un piccolo uomo: è in grado di fare tutto (dal vestirsi all'assumere medicine di ogni genere), gioca, mangia, osserva, possibilmente con una parte del corpo a contatto con la tua. Ha un bisogno viscerale del contatto fisico. A differenza degli altri non ama i baci, ma ti vuole accanto.
Sorride sempre, tranne quando gli fanno i prelievi del sangue (come dargli torto) e quando gli chiedi come stai? Lui ti risponde con la sua vocina gaia "Ça va bien", anche subito dopo l'intervento al cuore.
Il corso del suo post operatorio è molto delicato, eppure non si scompone. Arrivi, ti sorride, crea il contatto e sta bene così. Tra un giocattolo per bambini della sua età, una specie di drago che si illumina, e un rullo di plastica di scotch finito, naturalmente è attratto dal rullo rosso.
Ieri sera ha preso un muchoir, un fazzolettino di carta e ha asciugato le sue e le mie mani dopo averle bagnate involontariamente con il sapone delle bolle. Poi mi ha chiesto di aiutarlo a cambiarsi. Gli infermieri dicono che neanche gli adulti sono così pronti. E' meraviglioso.

martedì 22 luglio 2008

Stefano Bollani...ma quanto è figo?

E' un portento. Quando suona diventa tutt'uno con la musica e il pianoforte. E' divertente, semplice, non ha quel fare da prima donna, lascia sempre spazio a tutti gli altri musicisti che sono con lui.
Stefano Bollani è meraviglioso e acquista ancor di più dal vivo. E' autoironico e spassoso. L'ho visto davanti a pubblici diversi in situazioni differenti e riesce a coinvolgere sempre tutti, dal jazzista esperto al ragazzetto incuriosito, magari dai ritmi brasiliani. Sì perché questa volta ci ha divertito con i brani del suo ultimo cd Carioca nel quale affronta il repertorio meno conosciuto della musica brasiliana rileggendo autori storici dello choro e del samba, come Pixinginuha, Edu Lobo, Ismael Silva, Nelson Cavaquinho, Chico Buarque.

Con lui ti scatta quel fanatismo adolescianziale alla "Sposerò Simon Le Bon", saresti disposta a tutto in cambio di una sua attenzione :)
L'acquazzone che è venuto giù, intossicandoci gli ultimi 15 minuti di bis, è stato quasi proverbiale per scemare i bollenti spiriti. Fradici e appagati siamo tornati a casa, rinunciando a qualsiasi assalto.

Stefano Bollani - 21 luglio '08 - Arena Civica Milano

sabato 19 luglio 2008

Bradipi a colazione

Ho scoperto di piacere molto alla categoria dei giovani baristi.
Cambio luogo di lavoro, cambio bar. Adoro regalarmi ogni tanto qualche minuto per godermi una colazione con cornetto e cappuccino alla faccia di tutti i consigli di dietologi e salutisti.
E ogni volta spunta un barista particolarmente gentile che mi chiama per nome e ricorda a memoria tutte le mie preferenze (cacao sul cappuccio, ripieno del cornetto ecc), c'è stato anche chi mi ha fatto proposte di matrimonio.
Quello che mi chiedo è come sia possibile, dal momento che la mattina pare abbia l'aria di odiare tutto e tutti? Mi trascino esattamente come il Bradipo di una pubblicità di un po' di tempo fa, non spiccico parola neanche per ordinare.
Mi vesto con abbigliamenti coprenti che mi danno quella linea inconfondibile da sacco di patate unisex, in netta controtendenza rispetto alle colleghe che si presentano in tacchi, truccate e senza reggiseno.
Quale sarà la chiave, non saprei. Fatto sta che è bello avere qualcuno che ti vizia a prima mattina. Certo, se ci fosse Jude Law con una bella torta ai mirtilli sarebbe tutta un'altra storia :-)

giovedì 17 luglio 2008

Slogan di fumo e interessi personali

Ci risiamo.
"Stavolta non mi ferma nessuno. Voglio cambiare la giustizia dalle fondamenta" è uno degli ultimi interventi di Silvio Berlusconi (Repubblica, 16 luglio).
Mi domando e dico, ha forse dimenticato che un capo di governo dovrebbe essere portavoce NON di se stesso, ma di una maggioranza eletta democraticamente?
La priorità per lui è l'immunità parlamentare, peccato che per la Lega la voce Giustizia è del tutto secondaria, lo stesso Calderoli sostiene che la riforma della giustizia non è una priorità e, in ogni caso, non va fatta CONTRO qualcuno, ma dialogando con i magistrati. E intanto Berlusconi aggiunge "Basta con questi pm protagonisti, i loro nomi devono scomparire dai giornali. Bisogna vietare che siano citati", senza nessun rispetto né per la giustizia né per l'informazione. Dove sono andati a finire il confronto con le istituzioni, il dialogo con l'opposizione, le scelte ponderate e analizzate con tutte le forze della propria coalizione per il bene del Paese?
Dichiara che a Napoli "la scommessa è vinta", dopo che hanno sì ripulito il centro della città, ma hanno dimenticato 10.000 tonnellate di spazzatura nei comuni limitrofi Ponticelli, San Giuseppe Vesuviano, Somma ecc e 40.000 tonnellate nei siti provvisori di stoccaggio dove sono ferme le giacenze di mesi. Mi ricorda un po' Pulcinella che quando scopa nasconde la polvere sotto i tappeti.
Promette nel suo programma politico maggiore sicurezza e nella finanziaria prevede tagli alle Forze dell'ordine che stanno manifestando a Roma.
A questo punto mi chiedo con terrore per quanto i suoi slogan avranno peso, per quanto saranno efficaci se rapportati ai fatti. Gli italiani fino a quando se li vorranno bere?

martedì 15 luglio 2008

Le menzogne del marketing editoriale

Ho finito di leggere un libro che sta avendo un grande successo, non che questo di solito mi smuova, tutt'altro. Ma il libercolo, "Firmino. Avventure di un parassita metropolitano" di Sam Savage, Einaudi, oltre a recensioni di quotidiani e settimanali informativi più o meno seri, ha in quarta di copertina commenti positivi di scrittori come Domenico Starnone o Ammaniti. Ora, due sono le alternative: o non l'hanno proprio letto o hanno totalmente perso il cervello e il gusto.
Il testo è di una banalità disarmante, ripetitivo e piatto, le metafore sono squallide, lo stile cambia in più punti ed è davvero incredibile se si pensa che si tratta di sole 179 pagine. Sembra quasi che l'autore l'abbia scritto di getto senza mai rileggerlo. Mentre andavo avanti, alla ricerca disperata di quale potesse essere il pregio, mi sono perfino chiesta se non fosse stato un problema di traduzione. LIBRO PESSIMO.
Invece, grazie a Tranchida Editore e soprattutto alla mia libreria di fiducia, mi è capitato tra le mani un autore totalmente sconosciuto: Robert Kelly, un visionario, romantico, uno scrittore-poeta. Il libro è Maestro di Silenzi. Non tutti i racconti sono capolavori, ma più o meno in tutti ci sono dei passaggi poetici, onirici, evocativi che mi rimarranno impressi a lungo (nonostante la mia pessima memoria).

"Dovunque si viva, bisogna scovare la giungla locale ed esserci. Si può essere liberi solo quando si scopre la giungla e ci si siede, ci si affonda, ci si perde, naufragando tra gli alberi."

"Un giorno o l'altro plasmerò una cosa bellissima come piace a me, tingerò di buio la luce o assaggerò il luccicare delle cose, gusterò la polpa del colore e conoscerò il mio frutto azzurro nel mondo".
Quanto lo amo!

lunedì 14 luglio 2008

I geek nel periodo dei saldi

In questi giorni di saldi, sento e leggo amiche e conoscenti colpite da attacchi di acquisto compulsivo di scarpe, borse, abbigliamento, creme e accessori di ogni genere. Io no, sono stata brava. Non le ho accompagnate e non sono andata in giro per negozi proprio per evitare di far danni. In fondo mi conosco da 35 anni e so come funziono. ILLUSA!
Questa mattina l'acquisto compulsivo ha colpito anche me. Sono entrata in un meganegozio di elettronica e ho dato fondo al fondo, arraffando dagli scaffali...no, non ferri da stiro o forni a microonde, ma diverse periferiche per il mio mac. Il commesso, un ragazzetto ignorante, mi guardava esterrefatto. E lui non sa che, se fosse stato un minimo preparato e mi avesse curato, avrei preso altri fantastici aggeggi tecnologici.
In realtà, ancora più dell'acquisto in sé, adoro i momenti successivi, quelli della corsa a casa e dello spacchettamento, del lancio di carte, plastiche, scatole e manuali di istruzione e del montaggio a intuito. Quel profumo inconfondibile degli oggetti tecnologici nuovi, lucidi, senza un graffio, dei cavi e degli spinotti intonsi. Quel senso di appagamento dato dai cling dell'avvio e del funzionamento effettivo.
Insomma invitatemi pure a cena, ma non portatemi in un negozio di elettronica :-)

domenica 13 luglio 2008

Basta veramente poco

Oggi, domenica, le strade sono più deserte delle mattine invernali alle 6. Mentre ti godi il percorso totalmente libero che ti permette di osservare insoliti scorci della città, immagini gli incivili delle strade, dislocati, ammassati uno sull'altro sulle spiagge italiane, mentre parlano di calciomercato, moto gp e cronaca nera.
C'è un silenzio surreale che ti concede il recupero di nuovi spazi, si sente il canto di qualche uccello, il frigolare delle foglie mosse dal vento dei due alberi che hai davanti a casa, l'acqua che bolle per la pasta.
Scribacchi, ti rilassi, alzi gli occhi e improvvisamente ti accorgi che le tue piante stanno fiorendo. Piccoli boccioli inaspettati dopo un lunghissimo inverno fuori e dentro di te. Vuol dire che il tuo influsso negativo sta scemando? Significa che il tuo pollice è tornato ad essere verde come un tempo? Si sta aprendo un piccolo spiraglio di leggerezza, colore, profumo?

venerdì 11 luglio 2008

Hiroaki Umeda - Going to a Condition

LO spettacolo di danza più affascinante che io abbia mai visto.
Tutto molto essenziale: un unico danzatore in uno spazio vuoto, pochissime luci che ne definiscono i movimenti, sobrie la musica e le immagini di solo accompagnamento. Sì, perché la danza di Hiroaki Umeda è potente, ti colpisce al punto da viverne ogni singolo passaggio, esperisci con lui, attraverso di lui, la condizione umana, la difficoltà del vivere, fino ad arrivare ad una sorta di nirvana, di pace interiore, fluida senza stridori, senza sofferenze, senza contrasti. Quando termina la performance, ti senti come se ti fossi risvegliato da un lungo sogno del quale non ricordi la storia, ma le sensazioni restano in te ancora vivide, intense, sconvolgenti.
Non ho mai provato nulla di simile per la danza, a maggior ragione per quella contemporanea, che non comprendo mai appieno, ma questa volta i movimenti di Hiroaki Umeda sono andati aldilà di qualsiasi performance artistica o presunta tale.



Hiroaki Umeda
While Going to a Condition e Accumulated Layout - Mercat de les Flors
Grec '08 Festival de Barcelona

giovedì 10 luglio 2008

Il gioco dei perché

Ho deciso di prendermi qualche giorno di ferie andando a Barcellona a farmi coccolare dal mio migliore amico. Nel momento in cui sono salita sull'aereo ho spedito in vacanza anche gli ultimi due neuroni, già proiettati al mare con una bella birra ghiacciata in mano. Così, sulla scia di questo momento di regressione, è venuto fuori l'insaziabile gioco dei perché.
Spiagge
Perché a Barcellona puoi andare dove vuoi, sceglierti l'angolo che preferisci senza problemi e GRATIS senza dover subire la mafia degli stabilimenti come in Italia?
Perché puoi svestirti come e quanto vuoi senza che nessuno ti giudichi, commenti o ti salti addosso?
Perché non trovi mai cicche di sigaretta, vetri e quant'altro sulla sabbia nonostante la folla che frequenta la spiaggia PUBBLICA tutti i giorni?
Trasporti
Perché il treno che collega il centro città di Barcellona con l'Aeroporto costa 2,60 euro e il nostro treno Malpensa - Milano Cadorna, 11 euro?
Perché a Barcellona c'è il Bicing che ti permette di prendere una bici del Comune e riportarla in un'altra base della città con un abbonamento annuale di 24 euro e a Milano non ci sono neanche le piste ciclabili?
Perché in taxi la cifra media che ti chiedono di notte è di circa 5/6 euro e non 18/20 euro come a Milano? Usano forse un carburante diverso?
Cibo
Perché le birre nei locali costano dai 50 centesimi ai 3,50 euro e non 6/8 euro come qui?
Perché in media mangi molto meglio e paghi la metà di Milano?
Perché i piccoli supermercati restano aperti sino a mezzanotte inoltrata?
e sopratutto...
Perché loro hanno Zapatero e noi Berlusconi? :'(

giovedì 3 luglio 2008

Poldo ed io

Pare che il mio scooter, Poldo, stia per tirare le cuoia.
Dopo quasi 6 anni vissuti in simbiosi, è come se dovessi sostituire un pezzo di me.
Era già usato quando l'ho acquistato nel 2003, ma dopo pochi giorni si è rotto il tachimetro, come se avesse deciso di nascondersi l'età. Poi è stata la volta del carburatore, un trapianto d'urgenza, poi le gomme, erano talmente lisce da non poter piegare neanche di 5°. Eppure mi ha portato ovunque con ogni condizione atmosferica, su qualsiasi pavimentazione stradale. Ha resistito perfino con lo sterzo non troppo allineato, dopo un incidente fatto sui binari del tram + pavé sotto la grandine.
Ha retto il peso di amici e compagni anche panciuti, ha assorbito le mie lacrime dei momenti più duri, sopportato i miei esercizi di dizione, le mie sbronze, i miei insulti pesanti all'inciviltà degli automobilisti, ha raccolto con spirito le derisioni dei colleghi con scooter molto più fighi e recenti.
All'inizio lo avevo un po' snobbato, erano anni che mi muovevo solo in bici, adesso ne conosco ogni singolo difetto, ogni lamento, ogni peculiarità: quel suono a trombetta della marmitta, un po' come la mia voce nei toni più alti, quella linea un po' tarchiatella che mi permetteva di arrivare con i piedi per terra, il colore sobrio ed elegante, le ruote piccole e cicciotte. No, non ce la faccio a sostituirlo.

martedì 1 luglio 2008

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari

Dopo la reazione di Famiglia Cristiana su "l'indecente proposta razzista di prendere le impronte digitali ai bambini rom" del Ministro Maroni (Corriere, 30 giugno 2008), la risoluzione del Parlamento europeo su una strategia europea per i rom. Dopo i continui attacchi di Berlusconi ai magistrati e i passati commenti del Ministro delle Pari Oppotunità sugli omosessuali, mi viene in mente questa poesia (anche se un po' inflazionata ed erroneamente attribuita a Bertolt Brecht).

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

Martin Niemöller

Non c'è altro da aggiungere.