giovedì 19 febbraio 2009

Nomi, cose, città

Sto aiutando una signora sulla sessantina a digitalizzare il suo indirizzario.
Centinaia di nomi, indirizzi, numeri di telefono, distribuiti in modo appartentemente casuale su una decina di rubriche, di quelle con la copertina di stoffa, con i fiorellini, la carta spessa, un po' ingiallita dal tempo.
Tutti i dati sono scritti a matita perché "così li modifico, li aggiorno con i numeri di cellulare e gli indirizzi email, o li cancello perché non ci sono più" e lo dice con la tranquillità di chi ha accettato il corso della vita.
Il fascino di questi incontri, che si svolgono in un luminosissimo attico in Porta Romana, è dato dai mondi e dai racconti che prendono corpo da quei nomi, molti stranieri, svedesi, tedeschi, francesi, balesi, burkinabé, senegalesi, argentini. Ad ogni nome corrisponde un viaggio, un'avventura, uno scambio ed infine un lungo e consolidato rapporto di amicizia. Improvvisamente il mio foglio excel sparisce e mi si materializzano luoghi, che magari io stessa ho visitato, ma 20 o 30 anni dopo rispetto alla mia ospite. Una signora minuta, taglio corto grigio, twinset e collana di perle, che nasconde, dietro la sua educazione d'altri tempi, tutta l'energia di chi si arrabbia e continua a lottare per un mondo migliore.
"Guarda non so se segnare questo indirizzo di Bali. E' passato così tanto tempo...
Ero con il mio fidanzato americano. Abbiamo trovato i soldi e siamo partiti da New York. L'idea era di girare Bali in moto, lui ed io, e pernottare per un po' su un'isoletta. Ma sfiga ha voluto che il secondo giorno mi venisse la febbre a 40°, delirio e vomito. Andiamo dal medico e, con l'enciclopedia medica alla mano, abbiamo avuto la diagnosi: white illness, malattia da bianchi...morbillo. A 40 anni!!!"
Un mito.

domenica 15 febbraio 2009

Scambi

Sono affamata. A casa non ho nulla di commestibile. Vado in un ristorante indiano che mi dà da mangiare anche alle 22.45, anche sei non ho prenotato, anche se è la sera di San Valentino.
Ordino, mentre il mio stomaco protesta. Fortunatamente è attutito dal chiacchiericcio degli innamorati che mi circondando. Mentre aspetto che mi arrivi al più presto qualcosa da sgranocchiare, al tavolo accanto lui dopo un silenzio imbarazzato, guarda l'orologio di lei e le chiede "È d'oro?".
Lo guardo, magari sta scherzando.
No, non scherza. Lei gli risponde senza scomporsi, ispezionando il proprio orologio "No, non credo".
A quel punto li guardo meglio (il tavolo è attaccato al mio). Lui: abito scuro con etichetta "Armani collection" ben visibile sulla manica sinistra. Camicia blu, cravatta a righe rosa, grigio e azzurro. Occhiale da vista firmato e orologio cubico al polso. Lei: tubino nero, truccata, manicure, catena d'oro al collo e bracciale brillantinato sopra la manica del vestito. Si assomigliano. Credo che siano al primo o al secondo appuntamento. Si percepisce un po' di imbarazzo e la voglia di piacere l'uno all'altro. Arriva il cibo, il loro dialogo termina lì. Si concentrano sulle pietanze lasciando in sospeso altri possibili argomenti di conversazione.

lunedì 9 febbraio 2009

2 iris

2 iridi: un'avventura poetica, fisica, fragile come ci anticipano nell'introduzione. Non mi sento di aggiungere altro. Ho la pelle d'oca.