domenica 7 giugno 2009

Spagna - Italia: 1-0

Al voto.
Per votare in Spagna non hai bisogno della scheda elettorale, ma solo di un documento di identità valido. Il voto non è segreto: da un tavolo prendi una scheda del partito da sostenere, la pieghi, la infili nella busta, lecchi e chiudi. Le urne sono quadrate, sigillate e trasparenti.
Non ci sono code, è tutto molto veloce. Ho dato un'occhiata alle pile delle schede di ciascun partito e sembrerebbe che quella più bassa sia quella dei socialisti della Catalunya...a Barcellona.
Al mare.
Puoi metterti come ti pare, nudo, in topless, con lo scafandro, nessuno ti fissa come se fossi un pervertito o un extraterrestre. Ci sono i contenitori per la raccolta differenziata, i bagni e le doccie gratuiti.
C'è chi ti offre da bere a prezzi irrisori, c'è un bagnino ogni tot metri che garantisce la sicurezza in spiaggia e in acqua. Sono di rosso vestiti, ma purtroppo non hanno nulla a che vedere con i Baywatch della TV.
I clochard si guadagnano da vivere realizzando sculture di sabbia gigantesche, circondate da un pubblico di turisti armati di fotocamera. È strano pensare come l'era digitale abbia trasformato tutti in "giapponesi" dal click facile.
Al ristorante.
Puoi entrare in un ristorante anche alle 23 senza essere cacciato acidamente. In molti locali non è possibile prenotare se non quando sei sul posto. Nel ristorante superfigo di un hotel ti fanno entrare con i jeans ed un paio di converse distrutte senza fare un piega. Dopo cena vai a bere qualcosa e trovi sempre persone di nazionalità differenti che vivono e lavorano a Barcellona, così idiomi e culture si mescolano e il confronto diventa sempre molto stimolante.
Hasta luego.

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