martedì 13 luglio 2010

Fa che rida il prato e il bosco

"Chiaro torna il ciel ch'è fosco;
Fa che rida il prato, e il bosco,
E consola il tuo pastor"
Un maso in pietra circondato da ettari di campagna, in collina. Tutt'intorno lavande, ulivi e vigneti.
Con noi un pacco di libri, l'ipod e una macchina fotografica. Una cartina con le trattorie locali e un costumino. C'est tout.
Una settimana che dovrebbe durare una vita :)

martedì 25 maggio 2010

Inter-pensieri

Sarebbe bello vedere tante persone in piazza per difendere il nostro diritto all'informazione, la nostra Costituzione italiana, la nostra libertà di scelta.
Sarebbe bello ritrovarsi uniti per supportare e dare spazio ai singoli che mettono a rischio il proprio lavoro in nome del principio sacrosanto della libertà d'informazione (vd Mentana o Maria Luisa Busi).
Sarebbe bello far sentire le nostre voci e avere la stessa copertura stampa della triplette neroazzura.
Possibile che siamo già così lobotomizzati, come tanti epsilon neri di Huxleyana memoria?
Lavoriamo zitti, mentre la casta degli Alfa governa. Peccato che per loro non c'e' stata neanche un'operazione di eugenetica.

lunedì 26 aprile 2010

Pensieri en passant sul 25 Aprile


Momenti commoventi
- i partigiani in prima fila con i loro bastoni da passeggio e il loro orgoglio
- gli anziani ai lati con le lacrime agli occhi e il pugno chiuso
- gli applausi al loro passaggio
- i canti di quei tempi
- i colori, quel senso di solidarietà che accomuna tutti coloro che c'erano
- il sostegno a Gino Strada

Momenti molto discutibili
- i furgoni di alcuni centri sociali, fucine di urla senza frasi compiute, nessun messaggio diretto, chiaro e documentato, nessuna creatività che una volta li caratterizzava. Solo rumori, fastidio e maleducazione. Nulla di costruttivo, nulla di alternativo alle voci ufficiali.
- i gruppi che discutevano tra loro sulla rispettiva posizione all'interno del corteo
- la polizia municipale che è arrivata a chiudere la zona al traffico solo alle 14.30 creando in Porta Venezia un caos generale tra auto bloccate e manifestanti, proprio nel momento dell'organizzazione del corteo.
- i maniaci palpatori che in piazza approfittavano della ressa per strusciarsi.

martedì 6 aprile 2010

On verrà


Un po' come nel film "Tutti pazzi a Beverly Hills" dove un cartellone elettronico in autostrada dà suggerimenti al protagonista, in questi giorni mi arrivano continui messaggi (TV, pubblicità, libri, riviste, persone) incentrati sul "vivi il presente". Non saprei dire se è un periodo in cui sono particolarmente ricettiva a questo tipo di suggerimenti, o se è diventata una moda e tutti ne parlano, ma è incredibile il numero e la qualità delle coincidenze.
Mi torna in mente un anziano africano del Niger, il quale, a noi turisti preoccupati che la stagione delle piogge potesse rovinare la scaletta di viaggio, ripeteva sorridendo "On verrà". E' inutile preoccuparsi la sera prima di quello che potrebbe succedere il giorno dopo. Quando e se accadrà ci occuperemo di affrontarlo. Quella frase racchiude in sé un approccio che ho cercato di scolpire nella memoria. Non possiamo controllare tutto, non ha senso. E' da lì che ha avuto inizio il mio primo viaggio in Africa, è da lì che ho iniziato a comprendere l'approccio alla vita di molti africani, è da lì che è iniziata la mia voglia di conoscere un po' più a fondo i loro ritmi di vita. E forse è proprio da lì che sono tornata in Africa ogni volta che ho potuto e sempre da sola per avvicinarmi a poco a poco alla loro cultura, nonostante la mia provenienza e il mio colore della pelle.
Purtroppo però, quando torno, vengo risucchiata dai ritmi nostrani, dall'abitudine a pensare in anticipo a una sorta di diagrammi di flusso di situazioni (se succede A faccio B o C, se succede C ritorno ad A e così via). Tonnellate di pensieri ed energie totalmente inutili. Sarebbe bello potersi alleggerire, accantonare le difficoltà del passato e godersi il presente senza arrovellarsi più.
On verrà. C'est tout.

venerdì 12 marzo 2010

Da uno scritto di Elsa Morante

"Il capo del Governo si macchiò ripetutamente durante la sua carriera di delitti che, al cospetto di un popolo onesto, gli avrebbero meritato la condanna, la vergogna e la privazione di ogni autorità di governo.
Perché il popolo tollerò e addirittura applaudì questi crimini?
Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale.
La maggioranza si rendeva naturalmente conto delle sue attività criminali, ma preferiva dare il suo voto al forte piuttosto che al giusto. Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt'al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po' ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano.
Ammiratore della forza, venale, corruttibile e corrotto,cattolico senza credere in Dio, presuntuoso, vanitoso, fintamente bonario, buon padre di famiglia ma con numerose amanti, si serve di coloro che disprezza, si circonda di disonesti, di bugiardi, di inetti, di profittatori; mimo abile, e tale da fare effetto su un pubblico volgare ma, come ogni mimo, senza un proprio carattere, si immagina sempre di essere il personaggio che vuole rappresentare."

Il testo, del 1945, si riferisce a Mussolini...

lunedì 1 febbraio 2010

Hammam della Rosa


Finalmente decido di approfittare del super regalo del mio miglior amico: un percorso in una SPA. Scelgo tra la alternative milanesi il famoso Hammam della Rosa, tanto decantato e amato dalle amiche.
Entusiasta all'idea di poter trascorrere un pomeriggio domenicale a farmi coccolare, passeggio godendomi il sole e il blocco al traffico.
Il percorso consta di un tepidarium, un calidarium, l'insaponata, il frigidarium e la sala relax. Il tepidarium ha una fontanella, del tè e dei biscottini, del finto fango da spalmarti addosso. C'est tout. Il bagno turco è microscopico e non puoi fare a meno di ascoltare i commenti delle altre. A stento ci si sta seduti.
Le donne che dovrebbero guidarti e coccolarti sono acide e sbrigative. Il tutto si chiude con una pausa nella sala relax che sembra la sala di un'estetista con un paio di chaise longue in vimini. I prodotti che utilizzano per lavarti sono veramente scadenti. I capelli sono decisamente più stopposi all'uscita.
Certo non posso fare confronti con il vero bagno turco che mi sono goduta a Istanbul, dove donnoni giganti ti calpestano, ti pigiano, ti strofinano fino a ribaltarti come un calzino, ma mi sono trovata meglio nell'angolo benessere di una quasiasi palestra milanese.
Dall'Hammam, infatti, non sono uscita con quella sensazione di piacevole mollezza e stordimento, le gote rosse e la pelle liscia come un bimbo. a pensarci bene, esco più rilassata dopo una seduta di ceretta dall'estetista .
Che delusione! :(

giovedì 28 gennaio 2010

Mors tua vita mea


Ingenua, continuo a scontrarmi con una realtà che non mi va giù.
Nel mondo del lavoro sono molto più importanti le pubbliche relazioni che le competenze e il fatto che tu sia concentrato a risolvere problemi e a far sì che le cose escano e funzionino.
Così, mentre sei lì a scrivere specifiche, passarle, tradurle, disegnarle e farle "assorbire" a tutti, gli altri chiacchierano, scherzano, colgono l'occasione per pararsi il culo che non si sa mai che qualche czta può sempre scappare, a maggior ragione se ne fai tante.
Non solo, ma la cosa che in questi giorni mi sta lasciando basita, è che nelle guerre politiche chi la vince è il paraculo. Non importa se non è in grado di svolgere il proprio lavoro, tanto è circondato da persone che lavorano per lui perché vogliono che il progetto si realizzi. Non importa se queste stesse persone l'hanno salvato più volte lavorando sino a sera, mentre lui è a casa o in vacanza o a crogiolarsi in un ruolo che non è il suo, alla fine è lui quello che vince. E come ci riesce? Dicendo che non è supportato proprio da quelle persone che hanno cercato in tutti i modi di guidarlo, coprirlo, appoggiarlo. Tanto quelle persone sono gerarchicamente meno importanti. Mors tua vita mea. Semper.