mercoledì 6 maggio 2009

Porta a Porta? No, accesso unico.

Non mi pare ci siano state grandi reazioni ai contenuti di Porta a Porta di Bruno Vespa di ieri sera, eppure abbiamo dovuto subire una vera e propria propaganda politica.
Come è ormai tradizione, Silvio Berlusconi ha interpretato ben due ore di monologo senza nessun contraddittorio, se non due domande moderate dei direttori del Corriere della Sera, Il Messaggero e L'altro.
Luci sovraesposte e un unico vergognoso primo piano sul viso, solidificato dal cerone, del Presidente del Consiglio, che non ha fatto altro che sciorinare cifre e numeri a sostegno dell'incredibile lavoro del nuovo governo, senza rispondere alle timorose, rarissime domande che gli sono state poste.
Eppure dovremmo essere in un Paese libero, con un'informazione libera che oltretutto paghiamo. Invece no, si dà spazio ad un'unica posizione senza dialettica, principio base di una democrazia, senza un confronto di idee diverse che ci permetterebbe di costruire una nostra opinione di soggetti pensanti con potere di scelta.
Eppure il Presidente del Consiglio dice di confrontarsi tutti i giorni con uomini politici di tutto il mondo, perché lo fa con chiunque tranne che con quelli dell'opposizione?
Eppure Rai 1 non è Mediaset e dovrebbe dare spazio per la par condicio anche ad altre voci e, soprattutto, dovrebbe avere la buona creanza (=educazione) di far intervenire gli altri invitati, invece di lasciarli lì a scaldar la sedia sino all'una di notte dopo una lunga giornata di lavoro.
Nessuno, o quasi, parla di questo atto vergognoso, sono tutti concentrati sulle statistiche di gradimento, come se la politica, o meglio, Berlusconi fosse diventato una trasmissione della quale verificare gli share giorno per giorno.
Le donne che ha scelto per il Parlamento europeo, "poco sgradevoli" e che si impegnano tanto, sono le pubblicità vendute in base agli share?

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