giovedì 17 dicembre 2009

Lavoro o elemosina?

Impigrita dalla neve ho deciso di mollare lo scooter e prendere la metro.
E sorpresa! Mentre ronfavo a occhi aperti, sono entrati di corsa nel vagone cinque ragazzi di età diverse che hanno suonato allegramente una fisarmonica, tre violini e una chitarra. Strumenti scalcagnati di legno consunto, un po' scordati, un po' scoordinati, ma che allegria!
Sorridevano, si scambiavano sguardi d'intesa, cercavano di andare a tempo, magari stavano provando quel pezzo per la prima volta e hanno continuato per tante fermate senza limitarsi alla mera raccolta del denaro.
Altro che quelli che ti impongono il lavaggio del parabrezza al semaforo o l'acquisto di una rosa o l'elemosina con 4 bambini intorno ecc.
Sono stati bravi e coinvolgenti aldilà dell'esecuzione vera e propria.
Un momento bello e rigenerante.

lunedì 14 dicembre 2009

Il mese della trottola

Chissà perché si concentra sempre tutto in pochi giorni, menate, piaceri e mille commissioni burocratiche lasciando da parte i regali di natale che anche quest'anno dovrò fare all'ultimo.

Così, in una giornata lavorativa 9-21, mi trovo a dover incastrare:
- cene natalizie con amici che chiedono manicaretti napoletani manufatti che prevedono acquisto di alimenti che a Milano non si trovano + preparazione di ore (quelle notturne);
- recupero e raccolta entro il 2009 di fatture, spese, bollettini per quella sòla della p.iva, che è mille volte peggio della ritenuta d'acconto;
- procedure burocratiche infinite per saldare, disdire, chiudere servizi (A2A, telecom, tiscali, tim, tarsu ecc). Lunghe attese telefoniche con i call center, con musichette improponibili e i poveri interlocutori, che ogni volta che li sento mi si stringe il cuore se penso ai loro contratti e mi si allarga quando ascolto le idiozie che dicono anche se cercano di essere tanto, tanto gentili.
E dopo il call center arriva il martello della verifica sulla qualità del servizio, ho ricevuto anche 5 telefonate sul cellulare perché volevano che rispondessi a un questionario sul mio livello di soddisfazione, dei masochisti che insistono per farsi insultare.
- le telefonate della famiglia lontana che chiama per organizzarti i giorni del Natale dalla colazione al post cena che nelle feste a Napoli si ragiona per pasti anche se di fatto non ci sono interruzioni se non per spostarsi da una casa all'altra :-/
Così mi toverò a gennaio con le pacche nell'acqua, per di più ingrassate di 20 kg.

venerdì 20 novembre 2009

pillole di saggezza

"I creativi e i tecnici appartengono a due mondi totalmente separati, mondi che non si parleranno mai! Un creativo non potrà mai essere un tecnico e viceversa.
Se un creativo ha capacità tecniche, è un creativo mediocre"

PS I tecnici, ai quali si fa riferimento in questo caso, sono dei giornalisti che scrivono articoli per un sito web e che a stento riescono ad avviare il computer e ad aprire il client di posta elettronica.

martedì 17 novembre 2009

una giornata tipo

h. 9.00 bestemmie nel traffico, soprattutto contro gli scooteristi dell'ultima ora, quelli estivi che stanno incredibilmente tirando in lungo
h. 9.30 tentativi vani di capire chi sono e cosa devo fare, di nascondermi che è lunedì e che è già buio e umido
h. 10.00 riunione con il capo
h. 10.30 progetto A: telefonata con il fornitore per fare in modo che ti dia quello che gli stai chiedendo da due settimane
h. 11.00 progetto A: report della telefonata per allineamento interno
h. 11.30 progetto A: tentativo di stampare documenti visual a sfondo nero e litigio con la stampante che si rifiuta di sputare fuori le stampe e oltretutto protesta con un alert sonoro che diletta i colleghi di diversi piani
h. 12.00 progetto B: riunione per presentazione grafica di un altro fornitore in ritardo di mezz'ora, tempo di attenzione generale 10 minuti, il relatore è banale e soporifero e, in breve, si creano i capannelli per i quali nessuno ascolta nessuno. La riunione si trascina ovviamente sino alle 16.00
h. 16.00 progetto A: progress con il direttore del sito, approfitto del suo ritardo per prendere una brioscina cartonata del '14 dalla macchinetta
h. 18.00 progetto A: aggiornamento del fornitore sui nuovi sviluppi e risollecito consegne
h. 18.30 progetto B: gestione feedback del direttore del sito sulla presentazione delle 12.00 e consulenza sulla user interface
h. 21.00 progetto B: mail di aggiornamento per il fornitore sulla presentazione
h. 21.30 progetto B: aggiornamento telefonico per il capo sull'ultima riunione/mail
h. 22.00 attraversamento della città, con pilota automatico inserito, per le vie deserte di Milano
h. 22.30 arrivata a casa, vedo che è iniziato Flash Forward, dico: "tanto c'è la replica in seconda serata" e mi si risponde: "questa è la replica della seconda serata".
Mi sa che continuo a sbagliare qualcosa. :-/

giovedì 5 novembre 2009

Spadellamenti e spentolamenti

In questi giorni faticosi, uggiosi e freddini, quando esco dall'uff l'unica cosa che desidero è tornare a casa e cucinare. E' strano, sono cotta, devo scapicollarmi per arrivare al supermercato quell'attimo prima che chiuda, passo almeno 2/3 ore in piedi accanto ai fornelli, eppure cucinare è l'unica cosa che mi rilassa sul serio.
Scegliermi gli ingredienti, ragionare sulle combinazioni e i gusti, sperimentare e preparare piatti nuovi. Spettacolo!
Di solito tutto parte da una voglia. Voglia di crespelle? Voilà le crespelle bitto e spinaci. Voglia di fiori di zucca? Voilà quiche di fiori di zucca o fiori di zucca in pastella. Voglia di torta ai mirtilli (che ho da qualche anno, dall'uscita di My Blueberry Nights, il film più brutto del mio regista preferito :-( ? E voilà la mia torta di compleanno e così via...voglia di pesce all'acqua pazza, o maccheroni al forno con il ragù, friarielli, pizze di scarola e torta di carote, tagliatelle ai funghi e moscardini con i piselli. Tra un po' riprenderò a fare anche il pane, ma lì mi ci vogliono le farine 'bbbuone che al supermercato non esistono.
Il paradosso è che adesso ho la voglia di cucinare, ma non ho lo spazio per invitare. Se non altro ho chi amorevolmente mi fa da cavia.

lunedì 26 ottobre 2009

Blog, tempi che furono

Ormai quotidianamente mi imbatto in post di commiato, blog in coma o lasciati alla deriva del net-oceano. Scampoli di parole, pensieri, identità, lasciati lentamente all'oblio.
Perché? Cosa è cambiato?
Sarà perché i nuovi strumenti a disposizione - twitter, friendfeed, facebook o tumblr - i messaggi condensati in 140 caratteri o gli status estemporanei, disperdono tutte le nostre energie?
O perché siamo talmente abituati al mordi e fuggi che non abbiamo più voglia di leggere un testo che superi i 200 caratteri a meno che non sia un articolo serio?
Sarà perché il blog è stato una moda, ormai superata da strumenti più cool o, diciamolo, più semplici e veloci?
Sarà perché pensiamo che il gioco del blog non valga più la candela? O perché usiamo spesso un smartphone dal quale è più comodo postare testi brevi?
Non lo so.
Fatto sta che mi mancano molto i post ragionati, quelli semiseri e ironici degli amici come Gionnipeppe, i racconti tascabili, le recensioni spontanee e disinteressate dei blogger salvati nel mio reader. Si trattava sempre di post fondati su una riflessione un po' più meditata e, checché se ne dica, nessun altro strumento, per quanto cool, ne rimpiazzerà la qualità.
E così, non mi rimane che prendere atto di questa moria e cancellare ad uno ad uno i feed dei blog che furono. :'(

mercoledì 30 settembre 2009

W la convergenza! W l'Iphone!

Che l'Iphone soddisfi ogni aspettativa non c'è che dire.
Per gli infoservi poi è IL giocattolo per eccellenza e tra tutti i device è decisamente quello che ha il maggiore impatto sulla vita quotidiana. Niente a che vedere con i palm pilot o i primi (e ultimi) nokia wap per quanto rivoluzionari all'epoca.
Aldilà dei soliti pregi ribaditi più volte, ecco alcune esperienze che mi hanno fatto davvero arricreare:
- Attesa imprevista di 3 ore di orologio all'ufficio delle entrate, né un libro né un giornale, né la possibilità di uscire e acquistare qualcosa da leggere per non rischiare di perdere il turno. Con l'Iphone ho letto quotidiani, blog e feed vari, lavorato, interagito con gli amici, giocato con Paper Toss (una droga), ecc.
- Spesa di corsa al supermercato, intravedo prodotti di stagione dei quali sono golosa, non ho voglia della solita ricetta, mi connetto e ne trovo una di mia gradimento in tempo per acquistare gli altri ingredienti e verificarne la disponibilità, 5 minuti prima che i commessi mi caccino.
Questo dettaglio mi ha decisamente rivoluzionato le serate e il palato: posso cambiare ricetta ogni sera e scegliere secondo la voglia del momento, staccandomi anche dai miei soliti libri-bibbia di cucina.
- Bimba di 5 mesi da gestire in assenza della mamma, dopo aver inventato di tutto, giochi, canzoni, acrobazie, cilindri e conigli, l'unico modo per distrarla dalla fame impellente è stato Animal Sound che l'ha letteralmente incantata, soprattutto con il verso della balena.
- Borsa alla Mary Poppins alleggerita di:
1. macchina fotografica Pansonic Lumix DMC-FS62 argento
2. registratore digitale Olympus (con pile AAA non sempre facili da trovare)
3. Ipod classic 80 GB
4. varie penne memory USB
5. il portatile che mi portavo ovunque + chiavetta
tutti rimpiazzati dal nuovo oggettino Apple.
Così la schiena, il palato, l'udito e il cervello ringraziano la convergenza, un po' meno TIM che ha delle offerte vergognose associate all'Iphone.

martedì 8 settembre 2009

Senso civico e rispetto dove siete ?

Dopo un meraviglioso weekend settembrino trascorso finalmente a casa tua, il lunedì mattina esci per andare in ufficio e scopri che il tuo scooter non ha più benzina e le ultime quattro gocce sono appena scivolate sul tuo unico sandaletto fashion. Hai fatto il pieno due giorni prima e, a poco a poco, ti si concretizza uno spiacevole presagio: ti hanno rubato di nuovo la benzina, ma questa volta è successo qualcosa di più grave ed il tuo piede bagnato te lo conferma.
Dai un'occhiata al serbatoio e scopri che manca un tubicino. Ancora non ci vuoi credere, chiedi una consulenza al meccanico sotto casa e lui non solo ti conferma, ma ti aiuta a capire che quei pdm non si sono limitati a toglierlo, lo hanno spaccato insieme al rubinetto.
Così per tre euro di benzina rubati:
- non hai lo scooter per una settimana perché uno dei due pezzi ha misure specifiche da ordinare ad hoc nel magazzino di Genova
- devi pagare pezzi, manodopera e nuovo pieno
- devi fare uso dei mezzi pubblici ATM che ti triplicano i tempi di percorrenza nella città dimezzando gli impegni che puoi pianificare in una giornata
- devi pensare a cosa farai quando riavrai lo scooter dal momento che non ti puoi permettere un box. Ti apposti un'intera notte per coglierli in flagrante? Chiami la polizia? Sposti lo scooter in un'altra via? Cambi casa dal momento che nel tuo palazzo ti rubano anche i giornali ai quali sei abbonata?
Nel frattempo mi concentro su una fattura per i pdm che certamente rimarranno impuniti.

lunedì 27 luglio 2009

Flip Flop forever. From New York

In questi giorni osservavo un po' sconcertata le fanciulle per le strade di New York. Vestitini, borse, mani curate che afferrano iphone o blackberry e...flip flop ai piedi. Inizialmente trovavo che stonassero con tutto il resto, per me era un po' come uscire in pantofole, in fondo sono delle infradito di plastica. Dove sono finite le JimmyChoo o le Louboutin alle quali ci ha abituato Carry Bradshaw?
Invece ne ho presto scoperto tutte le potenzialità in questa città così varia ed eclettica.
1. sono estremamente comode ed economiche
2. con le piogge tropicali di questi giorni, ti si bagnano i piedi, è vero, ma dopo poco ti si asciugano di nuovo. Eviti così che ti si congelino i piedi nei locali con l'aria condizionata sparata a mille
3. sono universali: le metti sotto a tutto
4. puoi sfilarle in un attimo e leggere un libro o sonnecchiare a piedi nudi nel parco
5. in fondo sono...so awesome!!!

domenica 26 luglio 2009

It's totally cool! From New York

Prima sera a New York. Concerto soul-rock di Joan as Police Woman al 92Y-Tribeca. La mise della cantante - capelli rossi, smoky eyes, tuta leopardata rossa di seta, cintura d'oro in vita e stivaletti con zeppa blu elettrico - ci ha inizialmente distratte dal fascino del batterista Timo Ellis. Ho provato invano a convincere la mia amica ad avvicinarlo alla fine del concerto. Il giorno dopo però, lei mi confessa di averlo contattato tramite FB. E lui? Lui, Timo, le risponde con "It's totally cool" invitandoci al concerto della sua band The Netherlands. Incuriosite cerchiamo il sito del gruppo e scopriamo che suonano musica PUNK. Shit, tra tutti i generi che esistono al mondo!?!
Per accompagnarla mi porterò l'ipod e nasconderò gli auricolari sotto il chiodo :P

giovedì 9 luglio 2009

Piuttosto nude, ma MAI senza mascara!

Coinvolta quasi per caso da un'amica, mi ritrovo alle 4 del pomeriggio al Diana Majestic ad una presentazione di Max Factor. La location è molto suggestiva, un po' retrò, l'atmosfera ricorda il Pera Palace di Istanbul, tappa dei viaggiatori di fine '800 dell'Orient Express.
C'è grande fermento, dai businessmen con portatili e smartphone ai magnaccia extralarge circondati da bottiglie d'alcool e da giovani bionde anoressiche in shorts e sorrisi.
Nel cortile interno è tutto pronto per una "masterclass" di makeup art. E qui, mi si apre un mondo del tutto sconosciuto in cui il trucco diventa un must come indossare le scarpe.
Mentre Rajan Tolomei dipinge con tocco leggero il viso perfetto di una modella, ci vengono svelate pillole di saggezza sul make up, nuove tendenze e vocaboli misteriosi (almeno per me) come incarnato, smoky eyes, long lasting, blush ecc.
Così scopro che:
1. fondotinta, cipria e terra vanno usati tutto l'anno
2. sfumatura è la parola chiave: NO eye-liner, NO terra spalmata dappertutto, NO correttori verdi.
3. il mascara sta alla donna, come l'acqua alle piante
4. truccarsi è questione d'abitudine, bastano 3 semafori rossi per essere perfette.
Sì, ma lo specchietto dello scooter non è comodo come quello dell'auto, parto svantaggiata!

giovedì 25 giugno 2009

Flash dai colloqui: che lavoro fa papà?

"Ci parla della sua famiglia [d'origine]? Da quanti membri è composta? Che lavoro fanno i suoi genitori? E sua sorella?" Domanda ufficiale della responsabile HR al mio secondo colloquio in una società.
No, non sto cercando di entrare nell'arma dei Carabinieri e no, non ho 18 anni e non sto provando a seguire un corso di laurea a numero limitato.
Di anni ne ho 36 e lavoro da più di 12 anni (senza saudage) lontano dalla mia città d'origine e dalla mia famiglia.
Ora, quello che mi chiedo è: a cosa serve farmi una domanda simile, oltre a violare i principi della privacy?
L'esito cambierebbe a seconda della risposta? Se i miei genitori lavorassero come operai, commercianti, politici o professori universitari, ci sarebbero differenze?
Se uno dei due fosse mancato? Oltre all'imbarazzo di dover toccare temi così personali, ci sarebbero dei punti a favore o a sfavore?
Possibile che nella scelta di un professionista debba influire il mestiere dei suoi genitori? Eppure l'azienda non è indiana, non dovrebbe esserci neanche un problema di caste.

domenica 7 giugno 2009

Spagna - Italia: 1-0

Al voto.
Per votare in Spagna non hai bisogno della scheda elettorale, ma solo di un documento di identità valido. Il voto non è segreto: da un tavolo prendi una scheda del partito da sostenere, la pieghi, la infili nella busta, lecchi e chiudi. Le urne sono quadrate, sigillate e trasparenti.
Non ci sono code, è tutto molto veloce. Ho dato un'occhiata alle pile delle schede di ciascun partito e sembrerebbe che quella più bassa sia quella dei socialisti della Catalunya...a Barcellona.
Al mare.
Puoi metterti come ti pare, nudo, in topless, con lo scafandro, nessuno ti fissa come se fossi un pervertito o un extraterrestre. Ci sono i contenitori per la raccolta differenziata, i bagni e le doccie gratuiti.
C'è chi ti offre da bere a prezzi irrisori, c'è un bagnino ogni tot metri che garantisce la sicurezza in spiaggia e in acqua. Sono di rosso vestiti, ma purtroppo non hanno nulla a che vedere con i Baywatch della TV.
I clochard si guadagnano da vivere realizzando sculture di sabbia gigantesche, circondate da un pubblico di turisti armati di fotocamera. È strano pensare come l'era digitale abbia trasformato tutti in "giapponesi" dal click facile.
Al ristorante.
Puoi entrare in un ristorante anche alle 23 senza essere cacciato acidamente. In molti locali non è possibile prenotare se non quando sei sul posto. Nel ristorante superfigo di un hotel ti fanno entrare con i jeans ed un paio di converse distrutte senza fare un piega. Dopo cena vai a bere qualcosa e trovi sempre persone di nazionalità differenti che vivono e lavorano a Barcellona, così idiomi e culture si mescolano e il confronto diventa sempre molto stimolante.
Hasta luego.

giovedì 28 maggio 2009

Lost in multi identity

I miei task delle ultime settimane:
- fare l'ufficio stampa degli ultimi eventi/spettacoli della stagione per il teatro (spettacoli/arte)
- presentare un business case e un GANTT di progetto ad un terzo colloquio in un'azienda (e-commerce-internet)
- fare l'ufficio stampa per le ultime iniziative dell'accademia (spettacoli/formazione attorale)
- salutare e spiegare cosa non ha funzionato e perché ti dimetti a tutte le persone con le quali hai lavorato sino ad ora (lacrime e sangue, un settore difficile ;)
- prepararsi alla proposta economica del tuo quarto colloquio con un'altra azienda (dopo aver incontrato HR, resp della comunicazione, direttore mktg e ad) (internet/trattative)
- recuperare i vestiti da pinguina che non indossavi da anni decisamente demodé e lasciare le birkenstock a casa (vita, altro settore difficile)
- parlare solo in inglese, anche da sola, perché nei vari step di selezione c'è anche la lingua inglese (internet in english)
Così, da un momento all'altro nella stessa giornata, mi tocca parlare di regia o tassonomia, recitazione o miglioramento del tasso di conversione del sito, interpretazione o info-commerce.
Non so più chi sono e, soprattutto, "quando lo sono", sarà stata l'influenza di lost s5?
È come avere una multi identity nella vita reale. Devo assolutamente chiudere qualche account.

giovedì 21 maggio 2009

Basta battute, non è divertente

Oggi Berlusconi parla di "Parlamento pletorico" e di "numero di deputati da ridurre" all'incontro di Confindustria. Da Repubblica.it si legge "A stretto giro arriva anche la reazione del presidente del Senato, Renato Schifani. "E' stata solo una battuta non un giudizio di valore - minimizza...[...]".
Se è vero che si tratta sempre di battute, è possibile sperare che il Presidente del Consiglio, figura ufficiale del nostro Paese, smetta finalmente di fare battute, risponda alle domande della stampa nazionale e internazionale e parli di cose serie?

Coincidenze

Il fatto che oggi, in ordine temporale...
1. mi sia trovata a parlare del Burkina Faso con un amico che mi chiedeva ragguagli
2. mi abbia contattato un amico burkinabé con il quale ho lavorato in Burkina 3 anni fa
3. mi abbia scritto un amico parigino conosciuto a Ouaga, in Burkina nello stesso anno
...lo dovrò prendere come un segnale? L'Africa mi sta richiamando? AAAARGHHHHHH! Manteniteme!!!

giovedì 14 maggio 2009

Ringraziare voglio il divino



Ringraziare voglio il divino
labirinto degli effetti e delle cause
per la diversità delle creature
che compongono questo singolare universo,
per l'amore, che ci fa vedere gli altri
come li vede la divinità,
per la notte, le sue tenebre e la sua astronomia,
per il coraggio e la felicità degli altri,
per la musica, misteriosa forma del tempo.

Un estratto di una splendida poesia di Borges. Dalla sesta puntata di Boris, la profonda voce di Francesco Pannofino.

mercoledì 6 maggio 2009

Porta a Porta? No, accesso unico.

Non mi pare ci siano state grandi reazioni ai contenuti di Porta a Porta di Bruno Vespa di ieri sera, eppure abbiamo dovuto subire una vera e propria propaganda politica.
Come è ormai tradizione, Silvio Berlusconi ha interpretato ben due ore di monologo senza nessun contraddittorio, se non due domande moderate dei direttori del Corriere della Sera, Il Messaggero e L'altro.
Luci sovraesposte e un unico vergognoso primo piano sul viso, solidificato dal cerone, del Presidente del Consiglio, che non ha fatto altro che sciorinare cifre e numeri a sostegno dell'incredibile lavoro del nuovo governo, senza rispondere alle timorose, rarissime domande che gli sono state poste.
Eppure dovremmo essere in un Paese libero, con un'informazione libera che oltretutto paghiamo. Invece no, si dà spazio ad un'unica posizione senza dialettica, principio base di una democrazia, senza un confronto di idee diverse che ci permetterebbe di costruire una nostra opinione di soggetti pensanti con potere di scelta.
Eppure il Presidente del Consiglio dice di confrontarsi tutti i giorni con uomini politici di tutto il mondo, perché lo fa con chiunque tranne che con quelli dell'opposizione?
Eppure Rai 1 non è Mediaset e dovrebbe dare spazio per la par condicio anche ad altre voci e, soprattutto, dovrebbe avere la buona creanza (=educazione) di far intervenire gli altri invitati, invece di lasciarli lì a scaldar la sedia sino all'una di notte dopo una lunga giornata di lavoro.
Nessuno, o quasi, parla di questo atto vergognoso, sono tutti concentrati sulle statistiche di gradimento, come se la politica, o meglio, Berlusconi fosse diventato una trasmissione della quale verificare gli share giorno per giorno.
Le donne che ha scelto per il Parlamento europeo, "poco sgradevoli" e che si impegnano tanto, sono le pubblicità vendute in base agli share?

giovedì 23 aprile 2009

Un giorno di ordinaria...

...amministrazione.
Sto approfittando di un paio di giorni di ferie per sistemare quelle commissioni che richiedono code e perdite di tempo infinite es il bollo e il tagliando dello scooter, il rinnovo dei documenti ecc.
Armata di pazienza e buona volontà, vado sul sito del Comune di Milano per cercare le sedi e gli orari degli uffici dell'anagrafe. Il sito è un vero casino. Un tempo c'era la possibilità di cercare l'ufficio più vicino a casa tua ed il relativo elenco dei servizi garantiti, orari e numero di telefono. Tutto sparito o sepolto al decimo link.
Con mia grande sorpresa trovo un servizio di videochat online con un dipendente del comune che ti risponde in tempo reale. Incredibile! Attivo in pochi minuti. Il mio interlocutore ha l'aria un po' dimessa, lo vedo di profilo, avrà sui 40 anni. Guarda lo schermo in basso.
Gli chiedo cosa devo fare per rinnovare la carta d'identità giustificando la banalità della domanda con il fatto che non sono riuscita a recuperare le informazioni dal sito.
Mi risponde ammettendo che anche lui ha dei problemi a trovare la sede più vicina a casa mia...così attendo in silenzio, seminascosta, perché non ho trovato la funzione che disattivi la mia webcam e, nel frattempo, il messo si scaccola!!!
CHE SCHIFO! Ho chiuso la connessione e ho deciso di andare a caso. BLEAH.

martedì 21 aprile 2009

Sì, pronto.

Giornata strana. In ferie. Al telefono.
In ordine temporale ho ricevuto una chiamata:
da Bologna, molto interessata; da una famosa critica di teatro e da una giornalista, molto onorata; da una persona piena di boria con la quale dovrei condividere un progetto che mi tratta da segretaria, molto incazzata e delusa; dall'avvocato per far valere i miei diritti contro Myair, molto vendicativa.
Il telefono finalmente tace e lascia spazio ad una speranza, che la prima chiamata vada a buon fine per liberarmi di tutte le altre.

domenica 19 aprile 2009

X-Factor nazional-musical-POPolar


Ebbene sì, lo confesso. Ho seguito X-Factor dall'inizio alla fine. Da totale ignorante di televisione e di musica ammetto che mi sono piaciute le accoppiate con gli artisti: Matteo/Cocciante, Juri/Grignani e Bastards/Elio e le storie tese. Margherita è stata la canzone del mio primo amore (cavolo, quanto sono sdolcinata e pure vecchia!), Grignani non l'avevo mai visto prima d'ora (mi chiedo dove fossi all'epoca del suo successo) ed Elio è sempre il meraviglioso Elio, mi ha ricordato quando, nel lontano '99 (10 anni fa aiutooooo) veniva ogni due per tre in Matrix a farsi fare il suo primissimo sito. Pessimi i collegamenti con i luoghi di origine dei concorrenti, compresi gli interventi dei parenti, i palloncini colorati e i gridolini isterici delle starlette presentatrici-vorrei-ma-non-ce-la-posso-proprio-fare-anche-dandola-in-giro.
Un po' noiosi ed insignificanti gli interventi dei giurati: tutti bravi, tutti perfetti, tutti mi sei proprio piaciuto. Ok, ho capito che deve essere il pubblico a scegliere, però avevo voglia di sentire qualche commento appassionato e costruttivo della Maionchi o di Morgan, ma niente, meglio dare spazio alla mamma di Matteo e al nonno di Juri, vabbé...
Interessante il tentativo su repubblica.it con un blog aggiornato in tempo reale da due giornalisti, Assante e Castaldo e video, in differita di qualche minuto, tecnicamente perfetto.
Peccato che lo strumento non era indicato, tanto che i commenti degli utenti sono comparsi a serata conclusa, per cui è sembrato un doppio monologo dei due giornalisti. Peccato, perché avremmo potuto vedere in tempo reale ed in contemporanea: un dibattito online in chat, la tv in video, link, aggiornamenti e brani da scaricare a margine, eventuali altri blog suggeriti dagli utenti. Peccato, un'occasione mancata, ma un tentativo apprezzabile.

martedì 14 aprile 2009

Gusto, gusto, gusto

Per la seconda volta nella mia vita ho realizzato il trito "Pasqua con chi vuoi". O meglio, non l'ho passata con chi avrei voluto, ma almeno mi sono evitata un viaggio della miservicordia con le FS verso il Sud da emigrante doc.
Quest'anno, quindi, niente casatiello o pastiera, ma un'esperienza diversa: piatti sui generis di uno Chef di origini emiliane e vini meravigliosi del suolo veneto dei quali purtroppo non rammento più le cantine...ne avrò forse bevuti troppi? Ma i cibi, quelli sì me li ricordo, anche perché lo Chef a fine serata ci ha raccontato un aneddoto per ogni piatto...un po' come ascoltare le Mille e una Notte.
Dall'entrée di tonno appena scottato, baccalà con scaglie di tartufo, tartare di carne equina, ostrica, scampo e gambero in pastella di origine libanese accompagnata da birra al doppio malto, alla carne charolais e caviale con un ciuffetto di misticanza e granitina di tequila, dal frullato di franceline con olio del garda hamburger di scampi uova di quaglia e uova di salmone (il mio preferito) alla fregula con gli scampi, dalla cipolla con il caviale alla pasticceria extramignon...ci siamo tirati su appagati e disorientati.
Adoro sperimentare i cibi e gli accostamenti, provo qualsiasi cosa, ovunque, dal Burkina Faso al Veneto.
Talvolta però, mi pesa un po' l'entourage: in questo caso si trattava di un posto un po' pettinato, con un gusto scelto per ricchi americani e russi, poche camere, poco calore, tanta tanta formalità dove il soldo fa la differenza. Per fortuna è stato lo chef ad invitarci quindi i proprietari della villa hanno dovuto fare buon viso nonostante la mia mise poco formale :-)

giovedì 9 aprile 2009

I collezionisti di cartoline

C'è un'altra curiosa categoria di vecchietti: i collezionisti di promocard.
Entrano nel locale pubblico, non consumano nulla, ma si studiano, occhiali inforcati sul naso, tutte le cartoline appena arrivate. Sono preparatissimi: sanno il giorno in cui vengono riempiti i contenitori, riconoscono al volo le diverse marche e intascano intere risme di cartoncini colorati.
C'è chi dice che le porta agli amici del Circolo Filatelico, chi al nipotino, fatto sta che mi ricordano tanto i nostri vecchi tempi di collezionisti di Figurine Panini.
Mi chiedo se chi realizza le promocard sa quale sia il suo principale target: sesso maschile, età 60-70 anni, fascia media-bassa, in pensione o senza lavoro.
Do' uno sguardo alle promo che ci sono adesso: temporary store di cristalleria, shampoo, spazio design, jeans, campagna per le elezioni provinciali, mostra a palazzo reale, cinema multisala, ristorante, energy drink, una jeep, birra giapponese. A questo punto, mi piacerebbe trovarmi al Circolo Filatelico ed assistere alla distribuzione delle cartoline con relativi commenti :-)

lunedì 16 marzo 2009

5 cents

Se ascoltassi i miei consigli, sarei meno incasinata di quanto non lo sia di fatto?
I destinatari delle mie osservazioni si dicono sempre molto soddisfatti: "no, ti chiamo perché tu sei sempre così saggia e ho bisogno di un tuo parere...dici delle cose così giuste...hai ragione, perché non ci ho pensato prima?".
Mi fa piacere dare un altro punto di vista considerato plausibile.
Mi piace ascoltare i problemi piccoli e grandi delle persone, lo trovo molto arricchente. Sento che le esperienze, i vissuti altrui, possano aiutarmi a capire di più, dinamiche e aspetti umani che tante volte mi lasciano basita.
A questo punto però mi chiedo: mi ritrovo impelagata in situazioni surreali perché non mi parlo? Non mi ascolto? O semplicemente perché quel bagaglio di vissuti è grande come una pochette da sera? Non so bene quale sia la risposta, ma di sicuro ne conosco gli effetti indesiderati.
Così abbasso la saracinesca del mio banchetto e appendo fuori un cartello con "Chiuso per inventario" chissà che la primavera con i suoi pollini ed il suo sole meraviglioso non mi porti buoni consigli.

giovedì 19 febbraio 2009

Nomi, cose, città

Sto aiutando una signora sulla sessantina a digitalizzare il suo indirizzario.
Centinaia di nomi, indirizzi, numeri di telefono, distribuiti in modo appartentemente casuale su una decina di rubriche, di quelle con la copertina di stoffa, con i fiorellini, la carta spessa, un po' ingiallita dal tempo.
Tutti i dati sono scritti a matita perché "così li modifico, li aggiorno con i numeri di cellulare e gli indirizzi email, o li cancello perché non ci sono più" e lo dice con la tranquillità di chi ha accettato il corso della vita.
Il fascino di questi incontri, che si svolgono in un luminosissimo attico in Porta Romana, è dato dai mondi e dai racconti che prendono corpo da quei nomi, molti stranieri, svedesi, tedeschi, francesi, balesi, burkinabé, senegalesi, argentini. Ad ogni nome corrisponde un viaggio, un'avventura, uno scambio ed infine un lungo e consolidato rapporto di amicizia. Improvvisamente il mio foglio excel sparisce e mi si materializzano luoghi, che magari io stessa ho visitato, ma 20 o 30 anni dopo rispetto alla mia ospite. Una signora minuta, taglio corto grigio, twinset e collana di perle, che nasconde, dietro la sua educazione d'altri tempi, tutta l'energia di chi si arrabbia e continua a lottare per un mondo migliore.
"Guarda non so se segnare questo indirizzo di Bali. E' passato così tanto tempo...
Ero con il mio fidanzato americano. Abbiamo trovato i soldi e siamo partiti da New York. L'idea era di girare Bali in moto, lui ed io, e pernottare per un po' su un'isoletta. Ma sfiga ha voluto che il secondo giorno mi venisse la febbre a 40°, delirio e vomito. Andiamo dal medico e, con l'enciclopedia medica alla mano, abbiamo avuto la diagnosi: white illness, malattia da bianchi...morbillo. A 40 anni!!!"
Un mito.

domenica 15 febbraio 2009

Scambi

Sono affamata. A casa non ho nulla di commestibile. Vado in un ristorante indiano che mi dà da mangiare anche alle 22.45, anche sei non ho prenotato, anche se è la sera di San Valentino.
Ordino, mentre il mio stomaco protesta. Fortunatamente è attutito dal chiacchiericcio degli innamorati che mi circondando. Mentre aspetto che mi arrivi al più presto qualcosa da sgranocchiare, al tavolo accanto lui dopo un silenzio imbarazzato, guarda l'orologio di lei e le chiede "È d'oro?".
Lo guardo, magari sta scherzando.
No, non scherza. Lei gli risponde senza scomporsi, ispezionando il proprio orologio "No, non credo".
A quel punto li guardo meglio (il tavolo è attaccato al mio). Lui: abito scuro con etichetta "Armani collection" ben visibile sulla manica sinistra. Camicia blu, cravatta a righe rosa, grigio e azzurro. Occhiale da vista firmato e orologio cubico al polso. Lei: tubino nero, truccata, manicure, catena d'oro al collo e bracciale brillantinato sopra la manica del vestito. Si assomigliano. Credo che siano al primo o al secondo appuntamento. Si percepisce un po' di imbarazzo e la voglia di piacere l'uno all'altro. Arriva il cibo, il loro dialogo termina lì. Si concentrano sulle pietanze lasciando in sospeso altri possibili argomenti di conversazione.

lunedì 9 febbraio 2009

2 iris

2 iridi: un'avventura poetica, fisica, fragile come ci anticipano nell'introduzione. Non mi sento di aggiungere altro. Ho la pelle d'oca.

domenica 18 gennaio 2009

Magritte e le mostre ring


Ti si libera un pomeriggio e ne approfitti per andare a vedere Magritte al Palazzo Reale. Finalmente!
Sei rilassata, hai tempo a disposizione per godertela, affronti con pazienza la fila alla cassa e attendi fiduciosa il tuo turno.
Swoash! Entri nel mondo di Magritte. Leggi i primi commenti e scopri che il taglio della mostra è di un Magritte cinico e negativo, un lato a te poco conosciuto tutto da scoprire. Così, prosegui incuriosita e...sbam!
Incappi negli altri visitatori e nella loro maleducazione. Avevi dimenticato che in Italia sei costretto a lottare per vedere un quadro e devi subire quello che:
- ti si piazza davanti oscurandoti la visuale
- commenta ad alta voce stupidaggini sbaciucchiando la ragazza
- mastica il chewingum senza ritegno
- deve mettersi a 2 millimetri dal quadro per leggere la targhetta o scoprire chissà quale trucco artistico
- spiega al figlio, che generalmente "legge" molto di più dell'adulto, delle banalità raccapriccianti e spesso non corrette
- fa squillare il cellulare, guarda con calma il nome sul display e risponde con un tono di voce ideale per il mercato del pesce
- si siede, non per godere meglio l'opera, ma perche' gli pesa il deretano
e tu, in silenzio, lotti per concentrarti e per cercare di trovare una connessione con la pittura di Magritte.
Se a questa lotta "personale" devi aggiungere gli errori ortografici e grammaticali dei commenti dipinti al muro scelti dai curatori della mostra ed il numero ridotto di dipinti nonostante la pubblicità in pompa magna di questi mesi, arrivi sfinita alla fine della mostra. Tra il confuso e il deluso ti senti come raggirata e ti chiedi se questi aspetti siano il frutto dei tagli alla cultura, degli appalti guidati o semplicemente dell'ignoranza dilagante e della sciattezza.

sabato 3 gennaio 2009

Essere liminali


Ho riscovato questo termine meraviglioso da un libro così così di Gibson: LIMINALE.
Riprendo Victor Turner, il padre del concetto di liminarità, e ritrovo un mondo meraviglioso legato al rito, all'Africa e al Teatro. Le mie passioni e, a volte, le mie aguzzine.
Come dice Turner, nella fase della liminarità i soggetti vivono una condizione di ambiguità per cui non sono più ciò che erano, ma neanche ciò che saranno. Una fase fondamentale in cui vengono ridefiniti i caratteri identitari dei soggetti. A questa fase dovrebbe seguirne una terza che, attraverso un insieme di segni e comportamenti, trasforma e reintegra i protagonisti all'interno della società.

Non so se mai passerò alla terza fase, ma ora mi sento decisamente liminale, come la neve su questi rami che tra un po' si trasformerà in acqua o in fango ghiacciato.