
L'affettazione è ricercatezza, artificio nel parlare, nello scrivere, nel vestire, nell'andatura ecc.; finzione e ostentazione di certe qualità e doti che uno NON possiede.
Per me è questa la chiave alla base dell'enorme differenza qualitativa che intercorre tra un'opera e l'altra, o presunta tale. E' qui l'abisso tra un Michel Petrucciani e un Ludovico Einaudi, tra un Italo Calvino e un Alessandro Baricco, tra una regia di Peter Brook e una di Luca Ronconi. E, a proposito di teatro, è questo il motivo per cui la maggior parte delle volte che vai a vedere uno spettacolo non credi ai personaggi, ma vedi gli attori, le scenografie, i costumi...brandelli di un lavoro destinato esclusivamente a compiacere e compiacersi. E' questo il motivo per cui opere meravigliose come quelle di Shakespeare o Cechov annoiano.
Lì dove c'è vanità, non potrà mai esserci grazia.
"Dunque dovremmo gustare di nuovo dell'albero della conoscenza per ricadere nello stato d'innocenza?"
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