venerdì 25 luglio 2008

Ndaò

Ndaò Wonda. Otto anni. Parla solo il lingala, capisce qualcosa di francese, adesso anche dell'italiano. A differenza degli altri bimbi, fa parte di una tribù a se stante, quindi all'inizio veniva un po' isolato dagli altri. Riservato, non chiedeva mai, non accettava nulla per discrezione anche se lo desiderava tantissimo. Allo stesso tempo ti scrutava con quegli occhioni splendidi. Si emozionava quando gli davi i baci o lo abbracciavi.
E' uno tosto. Spiritoso, dolcissimo. Ha un suo mondo, quando i primi giorni non poteva muoversi, dopo l'operazione, non dormiva, ma seguiva attentamente i suoi pensieri, in silenzio.
Adesso che ha capito che per noi non ci sono differenze tra lui e gli altri, è spontaneo, è finalmente se stesso.
E' un trascinatore di folle, da quando gli hanno tolto il drenaggio, è sempre allegro, conivolge medici e infermieri che ballano con lui sulle note di musicisti africani. Non ama le fotografie, ma adora tutte le nuove tecnologie. Un piccolo jeek in erba.
Quando vai via ti dice "Lòbì". Domani. Ci sei anche domani, vero? Come dirgli di no.

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